Se una cosa è certa è che viviamo nell'era delle informazioni visive. Ogni giorno siamo stimolati da contenuti visivi e le immagini giocano un ruolo rilevante.
Aggiungiamo che gli studi condotti hanno evidenziato che il 65% della popolazione è costituita da “visual learner”, ovvero persone che apprendono visivamente e che hanno bisogno di vedere le informazioni per conservarle.
E' facile comprendere quanto le immagini svolgano un ruolo chiave nella formazione.
Le immagini, infatti, hanno la capacità di riassumere i contenuti in pezzi più piccoli e più facili da elaborare, e quando si selezionano le immagini giuste, offrono una maggiore comprensibilità rispetto alle spiegazioni basate solo su contenuti testuali o contenuti audio.
Utilizzarle all’interno delle proprie iniziative formative è quindi essenziale.
Ma se ancora non sei convinto del loro potere allora probabilmente i prossimi punti di questo articolo ti faranno cambiare idea.
Il nostro cervello, per quanto potente, è in grado di elaborare contemporaneamente solo una quantità ristretta di informazioni. La precedenza a cosa elaborare viene quindi data dagli stimoli che ci attraggono, che coincidono con gli stimoli che riusciamo ad identificare più velocemente e le immagini sono proprio uno di questi.
Secondo uno studio del MIT, infatti, al nostro cervello sono necessari solo 13 millisecondi per identificare un'immagine e questo consente una decodifica 60 mila volte più rapida rispetto ad un’ informazione testuale.
Sia la memoria a breve che quella a lungo termine immagazzinano informazioni in blocchi, ma sfortunatamente la prima è limitata.
Se vogliamo assicurarci che le conoscenze che condividiamo vengano trattenute dobbiamo quindi trovare quei contenuti che vengono salvati nella memoria a lungo termine.
Se le parole lette o ascoltate vengono elaborate dalla nostra memoria a breve termine dove possiamo conservare solo una quantità limitata di informazioni, le immagini, invece, vengono direttamente immagazzinate nella memoria a lungo termine dove rimangono indelebilmente impresse.
Questa è la principale ragione per la quale diversi studi hanno dimostrato come a distanza di pochi giorni dall’assimilazione delle informazioni le persone riescono a ricordare solo tra il 10-20% delle informazioni lette o ascoltate, ma quasi il 65% delle informazioni visive.
Nel primo punto abbiamo visto come le immagini siano in grado di generare delle risposte più rapide. Ma oltre alla velocità, l’altro aspetto davvero importante è che le immagini scatenano più facilmente delle reazioni emotive.
Questo è dovuto al fatto che le informazioni visive sono decodificate nello stesso lobo del cervello dove vengono elaborate le emozioni. La nostra mente è impostata in modo che gli stimoli visivi e le risposte emotive siano collegate, così da formare insieme i ricordi.
Proprio per questa caratteristica della nostra mente l’uso di immagini che provocano forti emozioni, positive o negative, è particolamente utile per trasmettere messaggi che devono essere trattenuti nel tempo.
Ok le immagini già da sole sono uno strumento ideale per aiutare a trattenere le informazioni, ma cosa succede se vengono usate insieme ad altre tipologie di contenuti?
Potremmo dire che è qui che scatta la vera magia, perché quando questo avviene si crea qualcosa di nuovo e riusciamo ad estendere le nostre capacità di apprendimento.
Il linguaggio visivo ha infatti la capacità di amplificare la “larghezza di banda umana”, ovvero la capacità di apprendere, comprendere e trattenere in modo più efficiente maggiori quantità di nuove informazioni.
Il potere delle immagini è davvero elevato e la nostra mente è progettata per loro. Riuscire a sfruttarlo al massimo è quindi decisivo per migliorare l’efficacia con la quale riusciamo a trasferire le conoscenze.
Non farti scappare questo potere.